SCOPO: Utilizzare la geometria morfometrica 3D per formulare un miglior piano di
trattamento in soggetti in crescita con malocclusione di Classe III. Questo studio è stato
condotto al fine di valutare la covariazione tra la forma del mascellare superiore e il pattern
craniofacciale di tali soggetti.
MATERIALI E METODI: 54 soggetti in III Classe (24F, 30M; età media di 7.6 anni ± 0,8)
sono stati selezionati in modo retrospettivo secondo i seguenti criteri di inclusione: razza
caucasica, malocclusione dentale di Classe III, malocclusione scheletrica di Classe III,
dentizione mista precoce, maturazione scheletrica prepuberale, familiarità per
malocclusione di Classe III, no pseudo Classe III. Per ciascun soggetto sono stati acquisiti
tridimensionalmente i modelli in gesso ed i telecrani in proiezione latero-laterale in fase
pretrattamento. Sui records iniziali sono stati digitati dei punti di riferimento (239 su palato
e 121 su telecranio) ed è stata applicata la geometria morfometrica. È stata usata l’analisi
di Procrustes e l’analisi dei componenti principali (PCA) al fine di comprendere le principali
variazioni morfologiche del palato e delle strutture craniofacciali. È stata condotta l’analisi
Two-block partial least square (PLS) per mostrare ogni pattern di covariazione tra
morfologia palatale e craniofacciale.
RISULTATI: Analizzando la morfologia palatale, la prima componente principale PC1 ha
descritto cambiamenti morfologici in tutte e tre le dimensioni dello spazio, sebbene i
cambiamenti più evidenti fossero osservabili lungo i piani verticale e trasversale. L’analisi
PCA inerente al complesso cranio-facciale dimostra differenze morfologiche sul piano
verticale. La covariazione, risultata significativa (PLS1 ammonta a più del 61,7% della
covariazione totale) ha messo in relazione la divergenza del complesso craniofacciale con
l’altezza e la profondità palatale.
CONCLUSIONI: L’analisi geometrica morfometrica 3D determina una migliore
rappresentazione delle forme rispetto alle misurazioni lineari tradizionali e può essere un
mezzo utile ed agevole per descrivere visivamente la malocclusione di Classe III nei
soggetti in crescita. Lo studio dimostra una covariazione statisticamente significativa tra
morfologia palatale e craniofacciale: il clinico dovrebbe tener presente durante la
pianificazione del trattamento della malocclusione di Classe III che un incremento della
divergenza del paziente corrisponde ad un palato più stretto e profondo.
De Razza F.C., Tiberti G.,Parrinello F., Loberto S., Paoloni V.